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Quali sono i migliori investimenti per vivere di rendita?

Nelle settimane scorse uno dei più celebri blog americani che tratta il tema di come raggiungere l’indipendenza finanziaria, ha pubblicato una sua personale classifica di quali sono gli investimenti utili per poter approdare al porto sicure del vivere di rendita.

Il blog è Financial Samurai.

La classifica è stata stilata sulla base di 5 indicatori. Rischio, Rendimento, Fattibilità, Liquidità e Grado di Attività. Questi indicatori sono stati misurati da 0 a 10. Più alto è il punteggio più alto è il vantaggio. Quindi 10 sulla voce rischio significa nessun rischio, 10 sulla fattibilità significa che tutti possono realizzare quell’investimento, 10 sull’attività significa che con poco sforzo si ottiene il risultato. Se invece troviamo uno zero sulla liquidità significa che quell’investimento è difficilmente smobilizzabile in pochi giorni.

Gli investimenti finanziari valutati  da Financial Samurai per raggiungere l’indipendenza finanziaria sono stati 8.

Certificati di deposito bancari, obbligazioni, immobili fisici, prestiti peer to peer, dividendi azionari, private equity, real estate crowdfunding, attività personali.


Ovviamente in America ognuno di questi settori ha un’offerta maggiore rispetto a quella che possiamo trovare in Italia, ma possiamo comunque cercare di calare questa proposta nell’universo investibile disponibile per un italiano e vedere se il ranking di Financial Samurai può trovarci d’accordo o meno.

Intanto ecco lo score finale del blogger americano.


In seguito vedremo anche come sono state ripartite le asset class di investimento all’interno del portafoglio di Financial Samurai.

Vediamole adesso in dettaglio una per una.

Gli investimenti in private equity possono essere molto redditizi andando alla ricerca di azioni o obbligazioni o asset molto particolari con potenzialità di rendimento altissime. Alto anche il rischio, ma soprattutto alti sono gli standing minimi di importo richiesti (solitamente sono investimenti riservati ai clienti di un private banker), e bassissima la liquidità. In alcuni casi ci sono dei veri e propri blocchi nel rimborso con alcune finestre periodiche che restituiscono parte del capitale ed interessi. Tipologia di investimento complicata da fare in Italia se non da clienti con elevati patrimoni.

Al penultimo posto troviamo l’investimento fisico in un immobile. In questo caso alla rendita da affitto (più eventuale rivalutazione dell’immobile) bisogna sottrarre costi di manutenzione ed oneri anche temporali da adempimenti amministrativi. L’investimento ha una liquidità bassa, visto che in alcuni casi servono mesi prima di vendere un immobile alle condizioni che richiediamo, ma anche un certo grado di attivismo.  Mediamente il rendimento di un immobile può essere valutato nell’ordine del 4/5% con una variabilità piuttosto ampia per zone ma anche per tipo di immobile. Attività fattibile da chiunque ma con necessità di tempi e capitali elevati.


Salendo nella classifica troviamo i certificati di deposito bancari e i conti deposito. E’ abbastanza agevole verificare online le offerte sui vari conti deposito italiani. Difficile trovare in questo momento rendimenti superiori al 1.25% lordo ed in questo caso va sempre valutato il rischio emittente, ovvero la banca a cui prestiamo i soldi (vedi recente normativa sul Bail In).

Un pò più redditizie sono le obbligazioni con rischi di duration naturalmente più alti. Qui il panorama è molto ampio e si va da corporate bond europei, che offrono. attualmente rendimenti attorno al 1.5%, per passare ai BTP italiani a 10 anni al 2,8% fino ad arrivare ai prodotti high yield in grado di offrire tassi anche superiori al 5%. Se sono facilmente negoziabili, questi strumenti naturalmente richiedono un’ampia diversificazione per evitare di concentrare il rischio emittente. Molto alto il fattore fattibilità visto che un normale trading online permette l’acquisto di questi strumenti con tagli anche modesti di capitale.


Salendo ancora nella classifica troviamo il peer to peer lending. Sinceramente qui mi trovo in disaccordo con Financial Samurai in quanto diversi fattori mi portano a ritenere il segmento obbligazionario più indicato per generare una rendita passiva. Comunque il peer to peer lending è facilmente eseguibile anche in Italia. Smartika e Prestiamoci sono ad esempio due realtà affermate accessibili a chiunque. I tassi medi di rendimenti dichiarati da Smartika sui prestiti tra privati sono nell’ordine del 6.5% al lordo di insolvenze e tasse. Anche Prestiamoci arriva a rendimenti attesi di questo tipo ma ovviamente si può decidere di essere più conservativi preferendo clienti con rating migliori.

Sul terzo gradino del podio Financial Samurai mette il real estate crowdfunding. Probabilmente più evoluto negli States, questo mercato sta comunque da qualche anno catturando l’interesse di numerosi investitori (compreso il vostro autore). Diversificazione di clientela, geografica, possibilità di utilizzare piccoli importi e scelte di investimento che vanno da quelle più conservative a quelle più aggressive.


Unico tallone d’Achille, il grado di liquidità comunque maggiore di quello di un immobile fisico.

Altro limite in Italia quello di una presenza ancora limitata  di operatori di real estate crowdfunding in grado di generare concorrenza ed offerta più ampia. Investire comunque con questi strumenti permette di allontanarsi dal cosiddetto home bias investendo nel mercato immobiliare a livello internazionale. La rendita lorda può raggiungere livelli medi nell’ordine del 4/5% annuo a cui si potrebbe sommare la rivalutazione dell’immobile nel corso degli anni. Come avrete ben capito anche noi di questo blog ci troviamo assolutamente d’accordo con Financial Samurai viste le esperienze che stiamo portando avanti con Housers e Property Partner.

Al secondo posto troviamo le azioni, o meglio i dividendi generati dalle azioni. Su questo poco da dire. L’investimento azionario su società ad alta capitalizzazione è liquido, stabile ed ottimale per chi cerca nel lungo periodo una rivalutazione del capitale abbinato ad una rendita periodica. Le azioni presenti ad esempio nel paniere Aristocrats facilmente acquistabile tramite ETF, hanno la caratteristiche di essere società con flussi di dividendi stabili ed in crescita costante. Osservando i factsheet degli ETF quotati a seconda delle varie aree geografiche il rendimento da dividendo atteso è compreso tra il 3% e il 4%.


Al primo posto negli strumenti generatori di rendimento Financial Samurai mette le cosiddette attività in proprio. Anche qui non sono esattamente d’accordo, ma essendo il creatore del post un blogger, egli naturalmente vede nella rete un ottimo modo per mettere a frutto la propria creatività e generare reddito passivo per diversi anni attraverso corsi, ebook, video, pubblicità, ecc…

Diciamo che non tutti hanno il coraggio, il tempo, la voglia, il talento di poter ambire a questo tipo di rendita passiva e per questo direi che nella mia personale classifica scende un pochino più in basso.

Ok, abbiamo esaurito la lista e ora vorrete sapere come Financial Samurai impiega i suoi soldi per generare rendita passiva vero?

Sulla base dei dati forniti online, il 5% delle entrate arriva da interessi bancari, il 50% da dividendi ed interessi su obbligazioni, il 25% da rendite immobiliari (fisiche e crowdfunding), il resto tra attività alternative in rete, P2P lending e private equity.

Ora avete a disposizione una mappa di alternative per cominciare a disegnare il vostro personale “reddito di cittadinanza” per gli anni a venire.

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